Quando pensiamo a “stare bene”, la parola che scegliamo è “essere felice”.
Felicità è quel qualcosa al quale aneliamo, quello stato d’animo che immaginiamo (perché lo abbiamo provato, almeno una volta) leggero, pieno, gratificante, un’emozione piacevole e gioiosa.
Vorremmo una vita… felice.
Ed è corretto, comprensibile, e anche vero: la felicità è meravigliosa, avere una vita felice è indubbiamente uno stato al quale ambire, per il quale costruire, al quale lavorare ogni giorno.
Ma… sai anche bene che la felicità non è duratura.
L’hai provata, la conosci, ma non è mai durata più di… quanto? Un paio di giorni? Un mese? Un anno?
Sinceramente: per quanto tempo puoi dire di essere realmente “felice”?
E, inoltre, la felicità non è misurabile oggettivamente.
E’ uno stato soggettivo, e come tale non misurabile: alle stesse condizioni di vita, una persona può definire se stessa felice, e un’altra no.
La felicità non è sempre presente, in ogni istante di una vita felice: non è uno stato d’animo perenne, che colora le nostre 24 ore quotidiane. Più verosimilmente, proveremo momenti di felicità, alternati a momenti di noia, di tristezza, di rabbia, di insoddisfazione, di desiderio e così via.
La felicità stessa ci può sembrare a tratti gioia, allegria scoppiettante, in altri serenità pacata, in altri ancora tranquilla soddisfazione.
Ha molte sfumature. Non è, a tutti gli effetti, una “cosa reale”.
La felicità non è una cosa reale
Ecco perché possiamo usare, invece del concetto di felicità, il costrutto del benessere per ascoltare quanto la nostra vita sia realmente soddisfacente, quanto il nostro stato d’animo possa definirsi “felice”.
Il concetto di benessere è più ampio di quello di felicità, meglio definito e misurabile, oltre che – forse, io la penso così – più auspicabile.
La teoria del benessere
A parlare di benessere è, in particolare, Martin Seligman, padre della psicologia positiva e autore della teoria del benessere.
Seligman si è interrogato a lungo sul fattore felicità, elaborando una prima teoria – poi abbandonata, perché da lui stesso ritenuta incompleta – nel tentativo di quantificare e identificare la felicità umana.
Superando la prima teoria, è giunto a schematizzare proprio il costrutto di benessere come stato non misurabile, ma costituito da più elementi misurabili, in particolare:
- le emozioni positive: stati d’animo piacevoli, gradevoli, quali gioia, soddisfazione, appagamento, serenità e così via, riconoscibili
- il coinvolgimento: l’essere assorbiti in ciò che facciamo, nell’esperienza, tanto da raggiungere lo stato “di flusso”, nel quale l’attenzione è focalizzata interamente su ciò che stiamo facendo, perché ciò che facciamo è per noi interessante e piacevole
- il significato: il senso che diamo alla vita, il far parte di qualcosa che consideriamo più grande di noi
- la realizzazione: il raggiungimento di un piacere nello svolgere le attività, la “riuscita”
- le relazioni positive: gli altri sono fattore essenziale per la felicità, perché attraverso la relazione facciamo esperienza di momenti belli, di emozioni gradevoli, usciamo dall’esperienza e dalla solitudine dell’io
Considerare il benessere un insieme di fattori permette sia di valutare quanto benessere vi sia nella propria vita, sia di agire sugli aspetti “mancanti” o carenti, senza assegnare a un unico elemento, emotivo e soggettivo – la felicità – il compito di misurare il grado di appagamento di vita del singolo individuo.
Un esercizio di consapevolezza
Ciò che ti propongo ora è un piccolo esercizio.
Prendi una penna e un quaderno, siediti comodo o comoda in un posto tranquillo, concediti un momento di silenzio e rispondi con sincerità a queste domande:
- quanto spesso provi emozioni positive nelle tue giornate? Intendo emozioni quali allegria, gioia, serenità, pace, appagamento, soddisfazione, gratitudine, e così via.
- sei spesso coinvoltə nel tuo lavoro e in generale nelle attività che occupano maggiormente il tuo tempo? Ti capita spesso di essere nello stato di flusso, completamente assorbitə da ciò che stai facendo, senza farti distrarre, senza pensieri intrusivi, focalizzatə e concentratə sul momento presente e sulla tua attività?
- la tua vita ha significato per te? Senti di stare contribuendo a qualcosa di più grande di te? Nella scelta delle tue attività, prediligi quelle che sono utili e positive anche per altri (un gruppo, la tua comunità, il mondo), oltre che per te stessə?
- sei realizzatə in ciò che fai? Le attività che svolgi ti danno soddisfazione, hai una buona riuscita?
- hai relazioni di amicizia appaganti? C’è reciprocità nei tuoi rapporti? Sai di avere amici e amiche pronti ad aiutarti, supportarti, gioire con te e sostenerti nei momenti bui?
Se hai risposto con sincerità, ora rileggi le tue risposte e rifletti.
Hai la possibilità di valutare quanto la tua vita sia sulla strada del benessere, quanti elementi stiano contribuendo alla tua felicità.
E ora rispondi, con altrettanta sincerità, alle seguenti domande:
- in quali aspetti posso migliorare?
- che cosa posso fare per rendere questi elementi ancora più appaganti e funzionali?
- quali elementi sto trascurando?
- dove sento di avere minore chiarezza, o capacità, o esperienza, o impegno?
- quali attività posso inserire nel mio quotidiano per potenziare questi aspetti?
Questo piccolo esercizio di consapevolezza ti aiuta a vedere con chiarezza quali siano i punti di forza del tuo benessere, così come i punti deboli, o da potenziare.
Ora che lo hai svolto, non ti resta che agire per migliorare la tua vita, scegliendo azioni, esperienze e occasioni di crescita che ti portino a equilibrare e accrescere tutti gli elementi del tuo benessere.
E a me non resta che augurarti buon lavoro!
Ricorda che, qualora tu sentissi il bisogno di aiuto nell’approfondire questi aspetti, o volessi comprendere i motivi per i quali uno o più aspetti non sono positivi come vorresti, puoi lavorare con me in sessione individuale o con un percorso di consapevolezza.