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Cosa chiederti all’inizio di una relazione

Giovane coppia che ride felice seduta in un campo

L’inizio di una relazione è un momento magico, nel quale entusiasmo, gioia, aspettative sono al massimo. 

Non c’è di solito spazio per la mente, per i ragionamenti, per le riflessioni… perché la tempesta emotiva (e ormonale) è così forte e gradevole da mettere in secondo piano tutto il resto. 

Invece è proprio questo il momento nel quale ci dovremmo porre domande fondamentali.

Assecondare le emozioni è bellissimo, e anche necessario per vivere una vita piena e appagante, ma iniziare una relazione è una scelta, e come tale richiede, come tutte le scelte della vita, un po’ di riflessione.

Come, “una scelta?” Le relazioni nascono spontaneamente!

…ecco, questo è il primo equivoco delle relazioni, e quello che può creare, nel tempo, veramente tanti problemi.

Le relazioni, innanzitutto, nascono da attrazioni che non sono né “casuali” né tantomeno “fatali”, come spesso si crede: il detto “al cuor non si comanda“, che guida decine di romanzi, film e serie televisive ha mietuto parecchie vittime, ed è ora di diffondere una sana educazione alle relazioni sentimentali.

Ciò che ci attira verso una persona, infatti, è innanzitutto una vera e propria tempesta ormonale: l’innamoramento, o infatuazione, è dettato da ormoni che creano attrazione, entusiasmo, quella sensazione di euforia e di attaccamento verso l’altro, tanto da non riuscire a staccarcene e a desiderare la sua presenza costante.

E non solo: l’attrazione è influenzata da meccanismi inconsci connessi al nostro vissuto, alla tipologia di attaccamento che abbiamo avuto verso i nostri genitori, alle manifestazioni affettive che abbiamo conosciuto nella primissima infanzia, alle nostre precedenti esperienze sentimentali… e alle nostre convinzioni. 

Sapevi tutto questo…?

Ecco, ora forse l’innamoramento ti appare sotto una luce diversa.

Ciò che ci attrae verso l’altra persona ha spesso a che vedere con la relazione che abbiamo avuto con il genitore di sesso opposto, e soprattutto riflette l’esperienza di amore che abbiamo interiorizzato.

Se abbiamo fatto esperienza di un amore sano, gentile, rispettoso, presente e stabile, questo sarà il tipo di amore che riconosceremo e cercheremo da adulti.

Viceversa, se abbiamo provato un amore instabile, incoerente, altalenante, privo di rispetto; se ci siamo sentiti non visti, non importanti, se abbiamo imparato a “rincorrere” l’amore, a dover conquistare l’attenzione della persona amata… allora è possibile che sia questo il pattern che ripeteremo da adulti, attirando quindi partner distanti, non disponibili, incapaci di dare se stessi nella relazione.

Che cosa, quindi, è opportuno chiedere a se stessi all’inizio di una relazione?

Innanzitutto, è necessario mantenere una sana lucidità nel valutare il rapporto che sta nascendo. 

Riuscire, pur nel turbine di emozioni, ad ascoltare la mente, i pensieri, e soprattutto le sensazioni, per discernere eventuali campanelli di allarme, o “red flag” come vengono chiamati (bandiere rosse), cioè segnali di pericolo, di allarme, indicatori che qualcosa non è del tutto benefico per noi.

  1. Come mi sento realmente quando sto con questa persona?

Questa è la prima semplice domanda alla quale rispondere con sincerità. 

Mi sento a mio agio? Provo sensazioni di tranquillità, o mi sento in ansia? Avverto un sottile senso di irrequietezza, di inquietudine, o di imbarazzo? Mi sento accoltə, accettatə, vistə, rispettatə, oppure ho la sensazione di essere invisibile, o giudicatə?

Ricordiamo che il nostro corpo è la parte più sincera di noi, capace di darci immediatamente un’indicazione su quello che realmente stiamo provando.

Una reazione del corpo di rifiuto, di eccessiva agitazione, di paura (tremore, allontanamento, batticuore, mal di stomaco) potrebbe voler dire che non ci sentiamo del tutto a nostro agio vicino all’altra persona. 

Come reagisco quando la persona mi sfiora, o mi tocca? Provo piacere, oppure disagio? Anche questa è un’ottima domanda.

2. Quali aspettative sto proiettando su questa persona?

Tutti noi ci aspettiamo qualcosa, all’inizio di una relazione. Speriamo più o meno consciamente che le cose vadano bene, che la persona sia “giusta” per noi, di avere finalmente trovato l’anima gemella, e così via.

Quando troppe, e troppo forti, le aspettative diventano elemento di “cecità” verso la realtà della relazione e ne possono sabotare lo sviluppo.

Le aspettative, infatti, ci possono spingere a:

  • essere insistente o pressante verso l’altra persona, richiedendo manifestazioni di interesse non proporzionate all’intensità della relazione
  • anticipare i tempi della conoscenza, dando per scontato di conoscere l’altra persona dopo pochi incontri
  • interpretare come segno di disinteresse i normali spazi di risposta dell’altra persona (risposte non immediate, tempi tra un incontro e l’altro)
  • fraintendimento di atteggiamenti dell’altra persona, supposizioni e proiezioni del tutto immaginate

Questi comportamenti, oltre a farci soffrire, possono sabotare la relazione stessa, allontanando l’altra persona anche quando questa sia realmente interessata.

Percepire, infatti, aspettative eccessive o squilibrate può scoraggiare, o allontanare, la persona agli inizi della conoscenza.

3. Che cosa desidero realmente?

Non tutte le conoscenze si trasformano in relazione, e non tutte le relazioni diventano importanti. 

Avere chiaro che cosa desideriamo in questo momento è una consapevolezza utile a noi stessi, e di rispetto verso l’altro.

Incontrare una persona e iniziare una relazione, infatti, significa mettere in campo i propri desideri, obiettivi, che possono essere profondamente differenti: essere consapevole, e di conseguenza chiaro, sulle proprie intenzioni contribuisce a stabilire una relazione sana e coerente fin da subito, senza fraintendimenti. 

Che cosa può accadere, infatti, se io inizio la relazione con l’intenzione di progettare una convivenza, o addirittura un matrimonio, mentre l’altra persona desidera solo una relazione di natura sessuale?

4. Quali mie ferite/meccanismi inconsci sento di agire nella relazione?

Questa domanda richiede consapevolezza, una buona dose di coraggio e una discreta conoscenza di se stessi, magari connessa a un lavoro di crescita personale.

Quando conosciamo i nostri meccanismi inconsci, siamo consapevoli dell’azione che hanno (o hanno avuto) nella relazione di coppia, e li possiamo riconoscere fin dai primi segnali.

Mi sento rifiutatə? Ho paura dell’abbandono? Sono terrorizzatə all’idea del tradimento e provo una gelosia incontenibile? Mi sento insicurə e credo che l’altra persona non mi voglia veramente? Tendo a controllare ogni suo gesto? Non mi lascio andare? Impedisco alla persona di entrare nel mio mondo interiore?

Queste sono alcune delle dinamiche che possiamo riconoscere fin dai primi momenti. 

Queste sono alcune domande semplici ma potenti che ti possono aiutare a portare consapevolezza e chiarezza nella fase iniziale di una relazione.

La cosa importante è riuscire a mantenere una visione obiettiva anche tra le emozioni piacevoli, senza nascondere ciò che non funziona, senza mentire a se stessi quando alcune sensazioni lanciano segnali di allarme.

Affinché una relazione sia sana, è indispensabile che soddisfi non solo la parte affettiva, ma anche la coerenza valoriale e mentale, dandoci benessere nel corpo e nello spirito.

Image by Pexels from Pixabay

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